Betaina

APPROFONDIMENTI

BETAINA 

La Betaina è una sostanza naturale estratta dalla barbabietola da zucchero(Beta vulgaris), a cui deve il proprio nome. 
Nota anche come trimetilglicina, la Betaina è un noto agente metilante; ciò significa che ha la capacità di cedere gruppi metile (CH3) a varie sostanze.
In virtù di questa attività, la Betaina è stata utilizzata con successo nel trattamento dell'omocistinuria e dell'iperomocisteinemia.

PERCHE' SI USA LA BETAINA
L'interesse salutistico nei confronti della Betaina deriva dalla sua capacità di cedere gruppi metilici all'omocisteina, trasformandola in metionina (amminoacido essenziale da cui deriva).
Si tratta di un effetto piuttosto positivo, poiché ad elevate concentrazioni l'omocisteina plasmatica ha dimostrato di elevare in maniera significativa il rischio cardiovascolare e neurologico.

APPROFONDIMENTO RIGUARDO L' OMOCISTEINA
L’omocisteina è un aminonoacido solforato tossico derivato dalla metionina, aminoacido essenziale introdotto nell’organismo con il cibo, che nel momento in cui viene trasformata in 
s-adenosilmetionina, cede dei gruppi metilici ad una serie di sostanze come la creatina, gli ormoni steroidei, le basi puriniche di dna e di rna, venendo trasformata quindi in omocisteina.
In condizioni normali, l’omocisteina viene rimossa dal circolo mediante due reazioni metaboliche: la prima detta rimetilazione, consiste nella trasformazione dell’aminoacido in metionina e richiede l’intervento di folati e di vit b12. 
La seconda detta transulfurazione, consiste nella trasformazione dell’omocisteina in cisteina e richiede la presenza della vit b6. Tali processi si realizzano prevalentemente a livello epatico.
Nel momento in cui si ha la saturazione delle vie metaboliche, l ‘omocisteina intracellulare in eccesso viene trasportata nella circolazione, ove si lega a proteine plasmatiche e quindi eliminata principalmente a livello renale.
Per parlare di iperomocisteinemia e’ necessario che questo aminoacido superi il valore plasmatico di 14 micromoli/lt, nei casi più gravi questo valore può superare i 100 micromoli/lt.
Mutazioni genetiche a livello dei geni che regolano il metabolismo dei folati e della vit b6, nonche’ gravi patologie renali, ipertensione essenziale, ipotiroidismo, diete squilibrate ricche in proteine e povere di frutta e verdure, assunzione protratta di antiepilettici, di diuretici e di pillola anticoncezionale, favoriscono l’incremento dei livelli plasmatici di omocisteina.
D’altra parte questi valori tendono a crescere con l’eta’ e sono correlati, come sopra accennato, direttamente ai livelli plasmatici di folati,vit. b6 e di vit. b12.
Il Prof. Den Heijer, in occasione del congresso della Societa’ Internazionale per lo Studio della Trombosi e delle patologie emostatiche, tenutosi in Inghilterra nel giugno del 2003, ha messo in evidenza che l’assunzione di dosi giornaliere di acido folico , di vit. b12  e di vit b6, per circa tre mesi, in un vasto gruppo di pazienti mediante sperimentazione in doppio cieco, riduceva i livelli ematici di omocisteina di circa un 40%.
Questo studio dimostra l’importanza dell’assunzione di questi importanti supplementi vitaminici nella prevenzione delle patologie causate dall’iperomocisteinemia. Elevati livelli di questo aminoacido influenzano negativamente le funzioni di diversi apparati, in special modo del sistema nervoso, cardiovascolare ed osseo, mediante svariati meccanismi. 
La forte produzione di radicali liberi ed il conseguente stress ossidativo sono i più importanti. 
Il danno endoteliale che ne consegue favorisce la formazione di trombi e quindi l’insorgenza di micro-macro infarti a livello cardiaco e cerebrale; l’ aminoacido, inoltre, favorirebbe la formazioni di trombi mediante un’azione sulle piastrine, sui fattori di coagulazione e sulle lipoproteine ematiche. 
L’iperomocisteinemia, favorisce altresì gravi lesioni a livello del materiale genetico neuronale nonché l’insorgenza di fenomeni apoptosici o di morte neuronale che sono tipici delle patologie neurodegenerative a carattere demenziale.
Pazienti con anomalie genetiche del metabolismo dell’omocisteina,hanno manifestato fenomeni di invecchiamento accelerato con particolare riferimento a patologie neurodegenerative di tipo cognitivo.
A tal proposito, l’associazione tra patologie a carattere demenziali tipo Alzheimer, demenza vascolare senile ed iperomocisteinemia plasmatica, e’ stata osservate in diversi studi a carattere epidemiologico.
Il primo studio importante inerente tale collegamento e’ stato effettuato dal Prof Seshardi della Boston University School of Medicine ed e’ stato riportato dal New England Journal of Medicine nel febbraio 2002. 
Lo studio, parte integrante del programma Framinghamm sulla salute cardiaca, ha messo in evidenza come in adulti con ottima funzionalità della sfera cognitiva, elevati livelli di omocisteina protratti nel tempo, possano favorire l’insorgenza di patologie a carattere demenziale incluso il Morbo di Alzheimer.
Lo studio riguardava ben un migliaio di pazienti anziani di età media di 76 anni.
Nel corso di circa sette anni si sono sviluppate patologie a carattere demenziale in circa il 10% dei pazienti (100) ed in particolare ben 83 casi di patologia Alzheimeriana.
La gravità e la precocità dei disturbi demenziali erano direttamente correlati ai livelli plasmatici di omocisteina ed era sufficiente un incremento del livello dell’aminoacido di 5 micromolilitro per incrementare il rischio di sviluppare una forma demenziale di circa il 40%.
Gli autori inoltre osservarono che, il rischio inerente lo sviluppo di patologie demenziali era della stessa entità di quello che era stato messo in evidenza in un precedente studio riguardante il nesso tra iperomocisteinemia, ictus, ed infarto del miocardio.
Lo studio concludeva che “l’iperomocisteinemia è un fattore indipendente per l’insorgenza di patologie neuro-degenerative della sfera cognitiva sia di tipo vascolare demenziale che di tipo Alzheimer e che la supplementazione di acido folico da solo o in associazione con vit. b6 con vit. b12 e Betaina nonché il contributo di un’alimentazione ricca di tali nutrienti, riduce notevolmente i livelli ematici di omocisteina. 
In un recente studio effettuato in Australia, si è osservato che la perdita di neuroni era di due volte superiore in anziani con iperomocisteinemia rispetto ad anziani con livelli plasmatici normali di questo aminoacido. 
In un altro studio effettuato in Irlanda e pubblicato nel 2002 su “Stroke”, si è osservato che modesti incrementi dell’ omocisteina plasmatica, favoriscono l’insorgenza di ictus, demenza vascolare e di tipo Alzheimer, rispetto a soggetti con bassi valori dell’aminoacido.
Da segnalare altresì che nessun paziente presentava anomalie genetiche del metabolismo dei folati o della vit. b6.
Lo studio confermava l’utilità dell’assunzione di acido folico, vit. b6 e vit. b12 in pazienti con iperomocisteinemia con o senza altri fattori di rischio per ictus e per demenza.

EFFETTI VASCOLARI IPEROMOCISTEINEMIA
Appare evidente come la ipossigenazione conseguente al ridotto apporto ematico causato da fenomeni micro-trombotici del circolo arterioso cerebrale possa contribuire alla morte neuronale che caratterizza le patologie neuro-degenerative a carattere demenziale. L’iperomocisteinemia, quindi, entrando nell’eziopatogenesi della patologia trombotica, influenza negativamente l’ossigenazione e quindi la funzione ed il trofismo neuronale.

DANNO NEURONALE
Viene sostenuto non solo dalle alterazioni vascolari, ma anche dallo stress ossidativo, dalle alterazioni del DNA e dai fenomeni apoptosici conseguenti all’iperomocisteinemia.
Tali lesioni interesserebbero, inizialmente, le aree neuronali dell’ippocampo, area nervosa ove vengono formati i ricordi e che caratterizza la memoria a breve termine.
Non sono da trascurare, tra gli effetti negativi dell’iperomocisteinemia sui neuroni, le anomalie prodotte nei meccanismi di transmetilazione, di fondamentale importanza nello svolgimento delle funzioni neuronali.
Per tale motivo, prima che si instaurino fenomeni di neurotossicità ippocampale, le anomalie funzionali indotte dall’omocisteina, determinano fenomeni quali i disturbi della personalità, la difficoltà nella fluidità di pensiero, nonché irritabilità, tipica espressione dei disturbi mnesici legati all’età e delle manifestazioni iniziali delle patologie demenziali.
Secondo uno studio effettuato dalla Federazione delle Societa’ Biomedicali Europee, l’omocisteina, determinerebbe tra i suoi effetti lesivi sul materiale cromosomico, una progressiva riduzione della lunghezza dei telomeri, frammenti di DNA localizzati all’estremità dei cromosomi fondamentali per la replicazione cellulare e per la stabilità genetica.
Questi svolgono un ruolo essenziale nei processi di invecchiamento. Si accorciano ad ogni divisione cellulare e la loro lunghezza può servire a determinare l’età biologica dell’individuo. 
Gli effetti neurotossici della iperomocisteinemia possono altresì essere aggravati dalle stesse carenze nutrizionali condeterminanti l’accumulo di omocisteina, come il deficit di folati, di Vit. B 12 e di Vit. B 6.
Da non trascurare, al fine di controllare i livelli di omocisteina plasmatica, il ruolo svolto da alcuni supplementi ad azione transmetilante, come la Trimetilglicina(Betaina). 
L’importanza del ruolo dell’iperomocisteina plasmatica nell’etiopatogenesi del Morbo di Alzheimer e’stato confermato dall’osservazione che nei pazienti iperomicisteinemici, il volume dell’ippocampo è di dimensioni ridotte come è altresì ridotto lo spessore della corteccia cerebrale. Folati, Vit. B6, Vit. B12 E Betaina sono elementi chiave nella prevenzione e nel controllo dell’iperomocisteinemia.
In conclusione, la patologia demenziale è una patologia multifattoriale che richiede un intervento a 360 gradi che comprenda dieta, supplementi nutrizionali adeguati per controllare stress ossidativo, tecniche di rilassamento al fine di controllare i livelli di cortisolo, adeguato riequilibrio ormonale, somministrazione di medicamenti convenzionali  ad azione vascolare e nootropica.
Di importanza fondamentale si rivela altresì un intervento a livello alimentare e nutrizionale con somministrazione di acido folico, Vit B 6, Vit B 12, trimetilglicina(Betaina), atto a prevenire e controllare i livelli plasmatici di omocisteina il cui eccesso è fattore concausale dell’etiopatogenesi di alcune patologie neurodegenerative come la demenza senile ed il Morbo di Alzheimer. 
Attualmente, quindi, per abbassare i livelli di omocisteina nel sangue, si interviene su più fronti, associando:
*Acido folico, possibilmente nella forma 5-metiltetraidrofolato,
*Vitamina B12,
*Betaina
 *Vitamina B6 (il piridossalfosfato funge da coenzima nella transulfurazione dell'omocisteina, operata dall'enzima cistationina-Β-sintasi, che catalizza la reazione di condensazione dell'omocisteina con la serina, formando cistationina, poi degradata a cisteina, vedi immagine).
Alla luce del prezioso ruolo biochimico, la Betaina viene principalmente utilizzata come rimedio
utile nei confronti dell'iperomocisteinemia e dell'omocisteinuria.

PROPRIETA' ED EFFICACIA
Oltre all'attività detossificante nei confronti dell'omocisteina, ampiamente descritta nel paragrafo precedente, la Betaina ha dimostrato nel corso degli studi, soprattutto sperimentali, altre interessanti attività.
Più precisamente la Betaina sembrerebbe:
Esercitare un'azione epatoprotettiva nei confronti di intossicanti ambientali;
Esercitare un azione lipotropica (attività utile nel prevenire ed accelerare la rimozione di grasso deposto) nei confronti del fegato grasso (steatosico);
Esercitare un blanda azione antidepressiva, poiché come mostrato in figura può essere convertita in S-adenosilmetionina, sostanza dotata di effetti antidepressivi aspecifici;
Esercitare un'azione neuroprotettiva nei confronti dei danni indotti dall'alcol;
Esercitare una potenziale attività dimagrante.
Tali attività, per lo più ricavate da modelli sperimentali, richiederebbero tuttavia ulteriori approfondimenti di natura clinica.

MODO D'USO
La Betaina è generalmente presente sotto forma di integratori.
Il dosaggio più utilizzato nel trattamento, come coadiuvante.
Classicamente la Betaina è utilizzata in associazione a vitamine del gruppo B come la vitamina B6, la Vitamina B9 e la vitamina B12, tutte utili nel controllare i livelli di Omocisteina.

EFFETTI COLLATERALI
L'uso di Betaina è controindicato in caso di ipersensibilità al principio attivo o a molecole strutturalmente correlate.

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