Vitamina B2

APPROFONDIMENTI
VITAMINA B2 

La riboflavina (o vitamina B2) è una molecola, classificata come una delle vitamine del gruppo B. Fa parte del gruppo funzionale dei cofattori FAD e FMN e di conseguenza è necessaria per numerose reazioni catalizzate da flavoproteine, incluse le reazioni di attivazione di altre vitamine.
La riboflavina venne isolata per la prima volta nel 1927 ad opera di Paul Gyorgy. Successivamente si vide anche che il latte presenta elevate concentrazioni di tale sostanza che, per tale motivo, all'inizio venne denominata lattoflavina. In un primo tempo era stata denominata vitamina G.
Il chiarimento della sua struttura chimica e la constatazione della presenza di una molecola di ribitolo fece sì che il nome della vitamina venne cambiato in quello di riboflavina. Nel 1935 avvenne la sintesi di tale composto ad opera di Richard Kuhn.

ASSORBIMENTO DELLA RIBOFLAVINA
La riboflavina viene ingerita sotto forma di coenzima e l'acidità gastrica insieme agli enzimi intestinali determinano il distacco delle proteine enzimatiche dal FAD e dal FMN rilasciando la vitamina in forma libera.
La riboflavina è assorbita mediante trasporto attivo specifico ATP-dipendente; tale processo è saturabile.
L'alcol ne inibisce l'assorbimento; caffeina, teofillina, saccarina, triptofano, vitamina C, urea ne diminuiscono la biodisponibilità .
Negli enterociti buona parte della riboflavina è fosforilata a FMN e a FAD in presenza di ATP:

Riboflavina + ATP → FMN + ADP
FMN + ATP → FAD + PPi 

Nel sangue la riboflavina è presente sia in forma libera che come FMN e viene trasportata legata a diverse classi di globuline, principalmente IgA, IgG, IgM; sembra che durante la gravidanza siano sintetizzate diverse proteine capaci di legare le flavine.
Il passaggio della riboflavina nei tessuti avviene per trasporto facilitato, ad elevate concentrazioni per diffusione; gli organi che ne contengono di più sono: fegato, cuore, intestino. Il cervello contiene poca riboflavina, tuttavia il suo turnover è elevato e la sua concentrazione abbastanza costante indipendentemente dall'apporto, il che fa pensare ad un meccanismo omeostatico di regolazione.
La principale via di eliminazione della riboflavina è rappresentata dalle urine dove la si ritrova sotto forma libera (60÷70%) o degradata (30÷40%).In considerazione dei ridotti depositi l'escrezione urinaria riflette il grado di assunzione con la dieta. Nelle feci si trovano solo bassi quantitativi di prodotti degradati (meno del 5% di una dose orale); la maggior parte dei metaboliti fecali proviene, con ogni probabilità, dal metabolismo della flora intestinale..

FUNZIONI DELLA RIBOFLAVINA
La riboflavina come componente essenziale dei coenzimi FMN e FAD partecipa alle reazioni di ossidoriduzione di numerose vie metaboliche (glucidi, lipidi e proteine) e nella respirazione cellulare.
Gli enzimi flavina-dipendenti sono ossidasi (che in aerobiosi trasferiscono idrogeno all'ossigeno molecolare per formare H2O2) e deidrogenasi (naerobiosi).
Tra le ossidasi ricordiamo la glucoso 6 P deidrogenasi, contenente FMN, che trasforma il glucosio in acido fosfogluconico; la D-aminoacido ossidasi (con FAD) e la L- aminoacido ossidasi (FMN), che ossidano gli aa nei corrispondenti chetoacidi e la xantina ossaidasi (Fe e Mo), che interviene nel metabolismo delle basi puriniche e trasforma l'ipoxantina in xantina e la xantina in acido urico.
Importanti deidrogenasi, quali la citocromo reduttasi e la succinico deoidrogenasi (contenenti FAD), intervengono nella catena respiratoria, che accoppia l'ossidazione dei substrati alla fosforilazione e sintesi di ATP.
La acil-CoA-deidrogenasi (FAD dipendente) catalizza la prima deidrogenazione dell'ossidazione degli acidi grassi e una flavoproteina (con FMN) serve per la sintesi degli acidi grassi a partire dall'acetato. 
L'a-glicerofosfato deidrogenasi (FAD dipendente) e l'acido lattico deidrogenasi (FMN) intervengono nel trasferimento di equivalenti riducenti dal citoplasma ai mitocondri.
La glutatione reduttasi eritrocitaria (FAD dipendente) catalizza la riduzione del glutatione ossidato.

CARENZA E TOSSICITA'
L'ariboflavinosi umana, che compare dopo 3÷4 mesi di deprivazione, esordisce con una sintomatologia generale costituita da segni aspecifici, rilevabili anche in altre forme carenziali, quali astenia, disturbi digestivi, anemia, ritardo della crescita nei bambini.
Seguita da segni più specifici quali dermatite seborroica (ipertrofia delle ghiandole sebacee), con pelle finemente granulosa e unta, localizzata specialmente a livello dei solchi naso labiali delle palpebre e dei lobi dei padiglioni auricolari. 
Le labbra appaiono lisce, brillanti e secche con ragadi che si irradiano a ventaglio a partire dalle commissure labiali (cheilosi); stomatite angolare.
La lingua appare ingrossata (glossite) con punta e margini arrossati e centralmente biancastra, in fase iniziale, successivamente si manifesta ipertrofia soprattutto a carico delle papille fungiformi (lingua granulosa); a volte la lingua presenta il calco dell'arcata dentaria superiore e presenza di fessurazioni prima leggere e successivamente marcate (lingua a carta geografica o scrotale), segue poi una fase atrofica (lingua pelata e scarlatta) e infine lingua color rosso violaceo magenta.
A livello oculare si manifesta blefarite angolare (palpebrite), alterazioni oculari (fotofobia o lacrimazione, bruciore agli occhi, stanchezza visiva, diminuzione della vista) e ipervascolarizzazione della congiuntiva che invade la cornea formando anastomosi a rete concentrica; questo si verifica per carenza dell'enzima FAD dipendente che permette la nutrizione e l'irrorazione della cornea per imbibizione.
Si possono evidenziare anche dermatosi vulvare e scrotale.
La somministrazione di riboflavina a dosi elevate anche per periodi prolungati non provoca effetti tossici, in quanto l'assorbimento intestinale non supera i 25 mg e perché, come dimostrato sull'animale, esiste un limite massimo all'accumulo tissutale mediato da meccanismi protettivi.
La scarsa solubilità in acqua della riboflavina previene l'accumulo anche nella somministrazione per via parenterale.

ALIMENTI APPORTATORI E RAZIONE CONSIGLIATA
La riboflavina è ampiamente distribuita negli alimenti sia di origine animale che vegetale, dove è presente soprattutto legata a proteine come FMN e FAD.
Gli alimenti ricchi di riboflavina sono, tuttavia, relativamente pochi e precisamente: latte, formaggi, latticini, frattaglie e uova.
Per gli stessi motivi visti per la tiamina, anche per la riboflavina la razione consigliata è espressa in funzione dell'energia assunta con la dieta.
Secondo i LARN la razione consigliata è di 0,6 mg/1.000 kcal, con la raccomandazione di non scendere sotto i 1,2 mg nel caso dell'adulto con un apporto energetico inferiore alle 2.000 kcal/die.

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